Si tratta della versione elettrificata della chitarra basso, che come strumento acustico non è molto diffuso. Generalmente ha 4 corde che vengono pizzicate con le dita o col pletro, tuttavia esistono modelli a 5 o 6 corde e strumenti fretlees, cioè senza tasti lungo il manico, che producono sonorità più simile al contrabbasso. Il basso elettrico eredita dal contrabbasso le funzione di accompagnamento ritmico e armonico e non di rado raddoppia i riffs della chitarra, cioè quegli spunti melodico-ritmici caratteristici del rock. E’ costituito da diverse parti, queste sono :
CORPO: Il corpo del basso elettrico è solitamente realizzato in legno massiccio La realizzazione del corpo a strati o in un pezzo unico influisce direttamente sulla compattezza dello strumento, e naturalmente sulla qualità sonora. Il corpo infine può essere verniciato con vernice coprente o meno, oppure rifinito con cera o vernice satinata, permettendo di apprezzarne tutta la bellezza del legno e la cura della costruzione.
Sono presenti sul mercato anche bassi elettrici con la cassa armonica cava (hollow body) ma le caratteristiche sonore di questi strumenti li rendono adatti solo a pochi contesti musicali.
MANICO: Il manico ospita la tastiera dello strumento, e permette il passaggio delle corde. Termina da un lato con la paletta, che per mezzo delle meccaniche consente di porre in trazione le corde e di accordarle fino alla tensione desiderata, e dall'altro con il corpo dello strumento. È di solito realizzato in diversi strati, anche più di nove. Questo consente all'elemento una sufficiente stabilità per mantenere l'intonazione e un'adeguata capacità di trasmettere le vibrazioni al corpo. Il modo in cui il manico viene congiunto al corpo infatti determina in gran parte il sustain dello strumento. Fra i metodi più diffusi, il "bolt-on neck" ed il "neck through body", dove neck prende il significato di manico.
Il manico può essere anche inserito nel corpo, o meglio, costituire la parte centrale del corpo, prolungandosi fino alla fine dello strumento (neck-thru body). Questo metodo permette al manico un contatto molto efficace con il corpo, a tutto vantaggio della trasmissione delle vibrazioni. Non sempre però il manico inserito nel corpo costituisce un vantaggio in termini di trasmissione delle vibrazioni, poiché la vibrazione viene prodotta non solo dalle corde, ma anche dal manico (e dal corpo) del basso stesso.
TASTIERA: La tastiera del basso elettrico, come negli altri strumenti a corda, è quella superficie di legno su cui è possibile premere le corde per variare l'intonazione della nota prodotta. La tastiera del basso elettrico può ospitare i tasti oppure esserne priva (fretless). È oramai di uso comune indicare come fretted le tastiere provviste di tasti (frets).
Le tastiere più comuni ospitano 21 o 24 tasti.
I legni più utilizzati con cui si realizzano le tastiere dei bassi elettrici sono l'ebano, estremamente duro e liscio, perfetto per i bassi fretless, ed il palissandro, meno pregiato anche a causa della maggiore porosità del legno, che a suo vantaggio offre rispetto all'ebano una minore deformazione dovuta agli agenti atmosferici (caldo, freddo, umidità, ecc.). Altresì frequenti il palissandro brasiliano (detto anche Pao Ferro) più duro dell'africano, e l'acero.
CORDE: Le corde del basso elettrico sono prevalentemente in acciaio, con un'anima solida, che può essere a sezione circolare o esagonale, ed un avvolgimento esterno che consente alla corda di raggiungere una massa tale da collocarla, nello spettro, all'ottava giusta. I materiali più usati sono l'acciaio o il nickel, con differenze timbriche fra le due soluzioni. In alcuni casi, la corda metallica può essere rivestita in materiale sintetico.
LE SUE ORIGINI
Il primo basso elettrico prodotto in serie fu sviluppato da un innovatore e costruttore di chitarre elettriche, Leo Fender all'inizio degli anni cinquanta. Il basso elettrico verticale esisteva già dalla metà degli anni trenta, ma era goffo ed inoltre la cassa acustica di cui era dotato ne rendeva difficile l'amplificazione, in quanto il segnale poteva innescare il feedback quando si superava un certo volume. Sembra tuttavia che nello stesso periodo furono venduti anche un esiguo numero di bassi elettrici solid body realizzati da altri costruttori.
Il basso elettrico rappresenta una radicale svolta nel panorama musicale, fornendo alla sezione accompagnamento dei complessi uno strumento facilmente trasportabile, amplificabile e più semplice da suonare rispetto al contrabbasso: l'aggiunta al basso elettrico dei tasti ha permesso allo strumento di diventare molto più facile da suonare e, soprattutto, più precisa l'intonazione della nota emessa (da qui il nome "precision").
L'uso di un pickup associato al corpo solido ha reso più efficace l'amplificazione dello strumento, che si è evoluta in seguito fino alla produzione di amplificatori capaci di erogare potenze di svariate centinaia di Watt.
Il Fender Precision Bass del 1951 fu il primo messo sul mercato con un pick-up di tipo single coil a quattro poli a singolo avvolgimento e un corpo piatto e spigoloso. Nel 1954 il corpo fu smussato ed arrotondato per migliorarne l'ergonomia. Nel 1957, il pick-up venne sostituito da uno split coil pick-up, separato in due elementi. Il battipenna subì sostanziali modifiche, come anche la paletta.
Questo modello del 1957 diventò uno standard nell'industria dei bassi elettrici, ed è ancora disponibile sul mercato. Un modello simile, ma rivisto e modificato è il Fender Jazz Bass, che fu introdotto nel 1960 ed è ancora oggi considerato un mito, tanto che i Jazz Fender dei '60 sono i più costosi tra i bassi vintage.
Seguendo le orme di Leo Fender, altre industrie di strumenti musicali, quali Gibson, Danelectro e molte altre, iniziarono la produzione di versioni personalizzate di basso elettrico. Il contrabbasso divenne così obsoleto in molti generi musicali, lasciando spazio al più compatto basso elettrico, che permetteva al bassista una migliore agilità sul palco, e risolveva i problemi di amplificazione.
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